17
2018
La piazza di San Rocco. Un francobollo pieno di storia. Terza parte.
Battaglia napoleonica dell’anno 1800…10 aprile.
Durante l’invasione napoleonica in Italia il generale Massena, comandante in capo dell’armata d’Italia con compiti di difendere le posizioni ottenute, decide di attaccare gli austriaci e il 10 aprile dell’anno 1800. Oltre due secoli fa schiera quindi le compagnie dei Granatieri sulle alture di Castagnabuona, mentre gli austriaci si ritirano sulle cime retrostanti e si ricongiungono con un battaglione venuto a dar manforte da Stella.
Alle 10 del mattino le truppe del generale Massena schierate lungo tutto il fronte, sferrano l’attacco agli austriaci che dapprima si ritirano, ma sono provvidenzialmente rinforzati dal generale Palfi il quale attacca i francesi sul loro fianco sinistro e li costringe alla ritirata sul monte Croce; da qui gli uomini di Massena, notevolmente ridotti, sfruttano il terreno di Castagnabuona fatto di vallette, cocuzzoli e dorsali ed al quarto assalto degli austriaci riescono a reagire con impeto eroico, terminando vittoriosamente lo scontro: 500 francesi hanno ricacciato indietro 2000 austriaci!
Gli austriaci non ammettono lo scacco e intorno alle 17 due forti colonne da Stella S. Martino scendono verso Varazze, ed il generale francese decide di ripiegare, mentre gli avversari raggiungono Varazze.
In quella piccola piazza, quel Giovedì Santo, Massena umiliò quella povera e indifesa popolazione ma le lei, la piazzetta, è ancora lì intrisa di storia millenaria.
Nel 1963 dopo una intensa mobilitazione della popolazione di Castagnabuona cominciò i lavori per la costruzione della nuova chiesa, da un progetto dell’ingegner Carlo Nocelli e sotto la direzione dell’ingegner Lorenzo Pizzorno che presero spunto dalla pregevole facciata di S.Ambrogio”vecchio” fagocitato, pare per ragioni di sicurezza e difesa, dalle cinta murraia.
Grazie a generosi aiuti e prestazioni volontarie e con l’incoraggimenti di Don Volpera (curato della parrocchia di S.Nasario, la costruzione procedette speditamente tanto che il 15 agosto 1964 poté essere benedetta dal Can. Giovanni Battista Baglietto, parroco di S.Nazario, e fu così aperta al culto. Il 16 agosto 1968 Mons. Giovanni Battista Parodi, Vescovo Diocesano, procedeva alla consacrazione dell’Altare Maggiore, presenti le autorità cittadine con a capo il Sindaco dott. Guastavino, numeroso clero e tanti fedeli.
Grazie a generosi aiuti e prestazioni volontarie e con l’incoraggimenti di Don Volpera (curato della parrocchia di S.Nasario, la costruzione procedette speditamente tanto che il 15 agosto 1964 poté essere benedetta dal Can. Giovanni Battista Baglietto, parroco di S.Nazario, e fu così aperta al culto. Il 16 agosto 1968 Mons. Giovanni Battista Parodi, Vescovo Diocesano, procedeva alla consacrazione dell’Altare Maggiore, presenti le autorità cittadine con a capo il Sindaco dott. Guastavino, numeroso clero e tanti fedeli.
Seconda guerra mondiale.
Una mattina, rammentano gli anziani, durante la messa domenicale, sul sagrato della chiesa di San Rocco, quindi sulla piazzetta, si sistemarono soldati tedeschi ed approntarono un mitragliatrice posizionata a lato della piazza. La voce si sparse e anche all’interno della chiesa vennero a conoscenza di quanto poteva tragicamente accadere alla fine della funzione religiosa uscendo dalla chiesetta.
Alcuni giovani e uomini del posto si arrampicarono quindi sul campanile altri vengono invece fatti uscire. Vennero formati due gruppi distinti: uno di donne ed uno di soli uomini; Gli vennero costretti a posizionarsi con le spalle al muro sotto il tiro della mitragliatrice. Con fucili puntati vengono chiesti i documenti ad ogni singolo uomo catturato.
Quelli che tentarono di rifugiarsi nel campanile della vecchia chiesa vennero poi catturati con il fucile puntato e poi alcuni vennero portati dove era ubicata la Colonia Bergamasca (fabbricati posti tra Varazze e Celle) e lì rimasero prigioni per alcuni. Dopo il rastrellamento e dopo essere stati picchiati e insultati, vennero rilasciati grazie all’interessamento del medico Dott. Ghigliotto che convinse il dott. Chieffi, medico militare in servizio in quel periodo
segue quarta parte…
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